Bonjour! Eccoci arrivati in Louisiana.
Dove si parla francese. Un po’.
Dove la gente sa come godersi la vita. Molto.
Dove si possono vedere da vicino dei coccodrilli. Di sicuro.
Questi, ma anche altri. E per essere precisi, quelli che incrociamo sono degli alligatori, più gentili e meno aggressivi dei coccodrilli. Avevamo veramente troppa voglia di arrivare nel Bayou, questa palude tipica del sud della Louisiana. Abbiamo chiamato Norbert Leblanc, cacciatore di alligatori per 30 anni.
“Pronto? C’è ancora posto per fare un giro in barca domani mattina nel Bayou?”
“Yes! Appuntamento domani mattina – a Breaux Bridge – alle nove meno quindici – All right!” E tutto questo in un misto di inglese e francese, con un accento molto particolare.
Alligatori, tartarughe, aironi, cormorani. Tutti questi animali in un ambiente umido e caldo. E con un numero impressionante di cipressi. Con un Norbert, appassionato dal suo mestiere, dalla sua regione e dai “gators”. Norbert, che ci parla in francese “acadien” dei suoi anni di caccia, della sua pubblicazione sul National Geographic e su altre riviste, sempre manovrando la barca in mezzo agli alberi e alle ninfee. Norbert, che ci fa assaggiare il suo alcool «home made»: il “Clair de Lune”. E sono solo le 10:13 del mattino 🙂
Gli alligatori erano abbastanza vicini alla barca, ma Norbert ci assicura che hanno molto più paura loro di noi. Abbiamo anche incontrato delle persone che attraversavano il Bayou con una canoa. E avevano ancora tutte le dita delle mani! In ogni caso, divieto di dare da mangiare agli alligatori e di avvicinarli troppo.
Una vera immersione nel Bayou! Gli orsi dell’Alaska ci sembrano proprio lontani.
Con i 2 piedi sulla terra ferma, partiamo per 2 giorni alla scoperta dei dintorni. La Fayette, Breaux Bridge, Abbeville, Houma, città del «pays cajun», piccoli angoli dell’America francese.
Cittadine serene. Le guide turistiche direbbero «calme». Io direi piuttosto «morte». Le visitiamo durante un pomeriggio di un giorno in settimana. Non dovremmo essere troppo sorpresi! In ogni caso, abbiamo previsto di passare il fine settimana, e sicuramente anche di più, a New Orleans… Prima di partire ceniamo da Randol’s a La Fayette. Ed è l’inizio di una grande e bella scoperta per noi : la cucina cajun. Ma ne parleremo più in dettaglio in un altro articolo, visto che c’è veramente molto da dire..e assaggiare!
Arriviamo venerdì sera a New Orleans. Fab aveva trovato una partita di baseball della Serie B americana. Arriviamo quindi allo stadio, il Zephyr’s Field. E mentre siamo nella fila per comprare i biglietti, un americano si gira e ci dice : «Ho dei biglietti in più per la sala VIP, cosa ne dite? Volete venire con noi?»
Certo! Cosa potremmo dire d’altro?!
La squadra di New Orleans contro una squadra texana! E veniamo proprio dal Texas.
Fab parla con il suo vicino di posto e sento un grido dietro di me. Mi giro e vedo Fab con una faccia del tipo «vi prego, non guardatemi cosi!» e con una palla in mano. Lucky 🙂
La palla è caduta sul Panasonic ed è poi rotolata sotto la sedia!
Al, il capo delle birre e degli hot dog ci porta in una stanza non molto lontana e ci fa incontrare Ron Swoboda (chi?). Un ex-giocatore dei Mets, di quella squadra che vinse il campionato nel 1969. Durante la quarta partita della finale, Ron ha aiutato la sua squadra eliminando un avversario con un tuffo spettacolare.
Oggi è in pensione e fa il commentatore per le partire dei Zephyrs di New Orleans! Dopo un passaggio molto rapido nello studio radiofonico e una breve discussione con lui, ripartiamo con una palla da baseball firmata 🙂 .
Se le prossime serate a New Orleans sono simili, ci divertiremo proprio!
Post-scriptum : Cerchiamo di non caricare troppo i nostri zaini con souvenir. La palla da baseball, of course, la riportiamo a casa! Ed in più sono riuscita a negoziare un piccolo ricordo dalle Hawaii. Anche se non è stato semplice («AC, no, è veramente troppo kitsch!»)
3 Commenti
Bellissime foto e bellissimi paesaggi
Ahahah anche io ho quella bambolina hawaiana super kitch…in realtà arrva da Berlino e l ho messa in auto solo una volta, poco prima della seconda visita alle hawaii…ma cavolo se vai alle hawaii non puoi non avere questa meravigliosa opera kitch! la mia in teoria con il sole dovrebbe muovere la gonnellina poi…il meglio del peggio!!
Vedremo se troveremo un posticino per metterla nella nostra futura auto quando rientriamo…:)