Gli Appalachi: le belle montagne, al momento giusto.

Da 22 Agosto 2015 USA

Prima o poi gli americani dovranno dare la possibilità ai turisti di venire negli USA per più di 3 mesi. 4 mesi sarebbe perfetto. O anche 4 e mezzo.
Ebbene si, perché iniziamo ad avere i giorni contati qui. Dobbiamo essere a New York il 5 agosto per ridare le chiavi del van. Dobbiamo quindi iniziare a risalire verso il nord. Anche questa volta, discutiamo tra di noi per vedere quale sarà il nostro itinerario fino alla fine. Prima di partire, Fab aveva qualche idea. Prendiamo quindi delle cartine più dettagliate (anzi, Google Maps – non siamo dei veri avventurieri!)
La nostra strada passerà da Savannah e poi nei monti Appalachi. Savannah, perché moltissimi ce ne hanno parlato. Poi gli Appalachi (North Carolina, South Carolina, Tennessee ed infine Virginia) perchè abbiamo voglia di temperature più fresche, natura e cucina con il fornelletto. E anche perché avevo una piccola speranza di poter passare da Richmond in Virginia, città di Kay Scarpetta, l’eroina dei “miei” Patricia Cornwell (ve lo dico direttamente, siamo restati più del previsto nelle montagne…Richmond sarà per la prossima volta!).
L’altra soluzione possibile era quella di rimanere sulla costa e attraversa gli stessi stati. Non sapremo cosa ci siamo persi. Possiamo solo dirvi che gli Appalachi arrivano al miglior punto di questo viaggio. Il posto giusto al momento giusto. Delle montagne con molti alberi, molto verdi, attraversate da vari ruscelli e cascate.
Una delle catene è chiamata « Great Smocky Mountains », a causa di una foschia molto densa che sembra fumo. Secondo me sono gli Indiani che comunicano tra di loro con segnali (ma non siete comunque obbligati a seguirmi nei miei deliri…).

Ma ritorniamo a Savannah. Venendo dalla Florida, il cambiamento è netto. Come lo dicevo in un altro articolo, abbiamo la piacevole sensazione, attraversando i vari stati, di prendere un volo di 1 ora per un’altra destinazione. Ovviamente, non si può comparare con l’esperienza dei « girodelmondisti » che passano dalla Birmania all’Australia e che provano un vero disorientamento. Con un viaggio sulla strada, i cambiamenti sono più dolci. Il fascino del road-trip.

Scusate, ritorniamo a Savannah. Eccoci ritornati in Europa. « Fab, siamo a casa ». Dei piccoli viali circondati da piacevoli dimore, delle strade a grandezza umana, dei negozi molto carini, un vero “centro”. E prima di arrivare abbiamo ri-guardato Forrest Gump. La famosa panchina non è più installata nella piazza, ma in un museo.

Atmosfera europea di sicuro, ma un’Europa come la si vedeva nei vecchi film ed in pieno periodo estivale. Abbiamo avuto veramente caldo e Fab ha deciso di farsi tagliare la barba, che iniziava a diventare un po’ (cerco le parole giuste, visto che non voglio offenderlo troppo e sta leggendo quello che scrivo)… dai lo dico, un po’ senza forma, anzi, deforme..
« Non troppo corta, non troppo lunga » – Lo prendo un po’ in giro. Anche se è esattamente quello che chiedo di solito dal parrucchiere: “Tagliatemi solo le punte”.
Risultato molto soddisfacente. Almeno secondo i nostri criteri. Ha tagliato le punte della barba. E dato una forma decente al tutto!

In seguito riprendiamo la strada verso il Nord per arrivare 5 ore dopo a Cherokee. L’inizio della nostra permanenza negli Appalachi.

2 belle catene, una bellissima strada che le attraversa e le unisce (BlueRidge Parkway) e l’Appalachian Trail (uno dei più lunghi percorsi di montagna del continente).

Una bella scoperta per noi. Siamo conquistati da questi monti Appalachi, ma come ci rendiamo conto spesso, le sensazioni di ogni viaggio sono molto personali. Ognuno si crea i propri ricordi e non è detto che tutti possano amare queste montagne come noi. Il tempo, “il momento” hanno un ruolo fondamentale nelle sensazioni di ciascuno.
Ho veramente adorato (e magari ve ne ho troppo parlato) Seward in Alaska . Forse perché, come gli Appalachi, non avevo un’idea precisa di cosa aspettarmi. Credo sia meglio visitare un luogo senza ascoltare troppo quelli che ci sono già stati. Si evita in questo modo di crearsi delle (troppo) belle imagini e essere delusi in seguito.
Crearsi la propria esperienza, è anche questo il bello del viaggio.
E’ proprio serio quello che ho appena scritto. Ma non preoccupatevi, il primo post-scriptum dovrebbe farvi sorridere (e magari mi prenderete un po’ in giro per la mia mania attuale).

Post scriptum : Probabilmente vi ricordate della piccola Hawaiana che si muove in auto. Le abbiamo trovato un compagno. Tra 15 anni, magari sarà diventato di valore. Ve lo diciamo subito: stiamo cercando un caribou ora. Sarebbe perfetto se riuscissimo a trovare la regina d’Inghilterra. Ne abbiamo già vista una.
E non abbiamo paura della Kitch attitude.

Post scriptum bis : Un buon compleanno per i 30 anni di Aude. Con un augurio in stile “camminata in montagna”, ovviamente!

Potrebbe interessarti

Nessun commento

    Lascia una risposta