Erasmo a Miami

Da 8 Agosto 2015 Destinazioni, USA

Prefazione: per leggere meglio questo articolo, vi consigliamo di mettere gli occhiali da sole. Immagini colorate, molto colorate.

Dopo la Florida dei vecchietti, la Florida « Oh yeah ».

La Florida e le sue palme.
La Florida e i suoi neon.
La Florida e i suoi pellicani.
La Floride asfaltata. E che ci piace comunque.
E stavo per dimenticare i cocktail di Ocean Drive (ma ritorneremo più tardi sull’argomento).

Vorrei scrivere che Miami divide. Spesso ci siamo posti, dall’inizio del viaggio, questa domanda « Ti piacerebbe ritornare in questo posto? ». Per la Florida, la mia risposta è diretta e affermativa. Fab, invece, è molto meno sicuro : «Si, ma di sicuro non sarebbe la mia prima scelta». « E quale sarebbe allora ?». « L’Alaska ». Contro l’Alaska, Miami non aveva nessuna possibilità di vincere, secondo i criteri di Fab. E se devo essere sincera, neanche secondo i miei.
E comunque, Miami, Key West o Daytona Beach…ci sono piaciute.

A Miami, abbiamo bighellonato nel quartiere Art Déco a South Beach, fotografato i graffiti nel quartiere Wynwood, sperimentato le spiagge di South Beach… (acqua caldissima, sabbia fine, lifeguard simpatici…cliché confermati), ballato nella discoteca Nikki Beach con i piedi sulla sabbia, e assaggiato i cocktail su Ocean Drive (e ritorneremo ancora più tardi sull’argomento). Abbiamo anche scoperto l’esistenza della bandiera viola sulla spiaggia. Che vuol dire « presenza di attività animale marina ». Squali o meduse. Quel giorno specifico, erano le meduse. Un’ottima occasione per Fab per andare a parlare con la lifeguard. Che ci conferma che di squali ce ne sono tutti i giorni, ma solo al di là di una certa linea virtuale e che, in ogni caso, non ci sono mai stati attacchi a South Beach. Quindi, non ci facciamo troppe domande e andiamo a nuotare tranquilli. Il caldo, la voglia di andare in acqua e gli altri bagnanti ci convincono proprio facilmente.

E Key West, situata nel sud del sud degli USA. Vicinissima a Cuba (Volevamo quasi andare a farci un giro, ma fare un andata e ritorno USA/Cuba è abbastanza (++) complicato per i visti). Atmosfera completamente diversa rispetto a Miami. Balconi in stile vittoriano e galli in strada.

Daytona Beach. Neon, cemento, e si può guidare in macchina sulla spiaggia. Molto americano. S possono anche osservare dei delfini al tramonto, stando tranquillamente sulla spiaggia. E ne abbiamo approfittato durante un pic-nic in serata. Se scrivo che è stato magico, ho paura di esagerare. Ma è stata proprio una bella esperienza.

E siamo poi ripartiti verso il nord, gli occhi rivolti verso il cielo a Cape Canaveral. Dovevamo per forza, visto che c’era il lancio di un missile! Il 15 luglio alle ore 11:36 precise abbiamo assistito al lancio di un satellite GPS per l’esercito americano. Ed in segutio abbiamo visitato il Kennedy Space Center. Contenti d’aver toccato un pezzo della luna. E abbiamo rivisto France Soir ed Il Messagero del 20 Luglio 1969. Impressive !

E concludo questo articolo con la seguente frase: «Ad ogni città , il suo ostello».
Ebbene si, ci abbiamo messo qualche minuto per trovare questa frase. Per essere più chiari, l’atmosfera di un ostello rappresenta in pieno quella della città. Dopo la stanza vuota dell’Alaska, la cool-attitude di quello a Hawaii, eccoci immersi per una settimana nella sovreccitazione dell’ostello di Miami.
Durante la prima serata ci siamo chiesti : « Cosa ci facciamo in questo ostello ?! ». Luce accesa nella stanza alle 3 del mattino, mentre uno dei nostri coinquilini aveva deciso di mettere a posto la sua valigia (piegando tutto molto meticolosamente, una maglietta dopo l’altra e una calza dopo l’altra), e l’altro, sotto il probabile effetto di varie sostanze, aveva appena deciso di uscire per fare un giro (« metto la mia camicia migliore stasera..ma quale ?mmm, non sono troppo sicuro…dai, un po’ di musica per aiutarmi nella scelta..) VOGLIO DORMIRE !!!
E quindi ci siamo posti la domanda : sono proprio cosi’ lontani gli anni Erasmus ? Si, di sicuro sono passati. Ma cosi’ tanto ? Cioè, siamo diventati cosi’ vecchi ? Per non riuscire più a chiudere un occhio e sopportare l’Altro ?
Abbiamo dovuto cambiare stanza e incontrare gli altri inquilini dell’ostello per capire che in verità no, Erasmus non è troppo lontano, anche 5 o 10 anni dopo. Era semplicemente «la stanza sbagliata nel momento sbagliato ». Anche a 20 anni avremmo avuto la stessa reazione. Alla fine, ci è proprio piaciuto vivere qualche giorno in questo ostello, in una posizione ottima a South Beach. Spiaggia a 2 passi e Ocean Drive, diciamo a 4 passi!
E perchè un ostello? Perchè adoriamo i letti a castello e le docce collettive? Non proprio ! Dovevamo abbandonare per un po’ il nostro van, visto che non è il modo migliore per assaporare a fondo Miami. E perchè l’ostello è meno caro di un hotel. Perchè è più semplice incontrare le persone durante la colazione o in serata. Perchè ci sono sempre varie attività da sperimentare. Perchè ci si sente un po’ come a casa. E quindi lo rifaremo. Anzi, proprio adesso siamo in un ostello a New York. Stanza da 8 !

Post-scriptum : Grazie a JB, Théotime e AC per i vostri consigli. E per ringraziare AC e per i tuoi onomastici (uno in anticipo e l’altro in ritardo), ecco una foto che mi fa pensare a te. Trovata su Ocean Drive. Quale scegli ?

Post-scriptum bis : Trovo sempre il modo per parlare del mio film preferito, Il fantastico mondo di Amelie..
Fotografato a Daytona Beach.
“Et la machine à malaxer la guimauve malaxe la guimauve”.

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